Io e L’Arte.
Strana relazione.
Confusa e serena, inquieta e pacata, dubbiosa e decisa insieme.
Insiste di colore, materia, luce, segno e disegno.
Si appropria di anima, sentimento, mente, corpo.
Sì prende ogni libertà. Si insedia. Turba ma non tradisce. Intriga. Appassiona. Attrae.
E dirige.
Sono la piccola esecutrice di un messaggio così immenso ed elevato da preferire di restare nell’ombra.
Il mio contatto con lei crea scintille. E soffia nutrimento.
Impone, mi limito ad eseguire. Spesso quello che suggerisce resta lì, in attesa di risposta, di una degna risposta. E quasi mai si avverte quella giusta.
Ha personalità selvaggia ed incisiva lei (l’Arte), ma mi sfugge di mano, una mano ancora acerba che sperimenta, incide e si affanna perché vuole trasferire su foglio un’emotività trasparente, un pensiero autentico e credibile, affinché gli sforzi non siano del tutto vani.
Io mi immagino più come un umile tentativo di lasciare su tela ciò che percepisco, ciò che ella mi detta, e creo la mia impronta, la mia traccia, cercando di dare un ordine ed un senso alle idee, quasi sempre – ahimé! – in contrasto tra loro.
L’Arte è maestra nel rendere complesso il percorso che intraprendo, ma per me rappresenta un affascinante viaggio di non ritorno, un meraviglioso cammino di crescita che mi entusiasma e mi arricchisce ogni giorno di più.
Con lei riesco a sentirmi l’essere più felice di questa Terra.